IL VUOTO (dalla pagina FB di Maria Carla Cettineo)
Ho scelto questa immagine per illustrare il mio racconto del Consiglio Comunale di ieri. La sedia vuota del Consigliere di maggioranza eletto a Tellaro, Gino Maricanola, non racconta solo della sua assenza durante tutta la discussione sulla scuola e sulla frana di Tellaro ma esprime anche perfettamente il vuoto di contenuti della maggioranza su questi temi. Di fronte alle mozioni presentate dall'opposizione (da Ratti sulla frana e da Sammartano sulla scuola) abbiamo assistito a uno spettacolo ancora più triste e desolante, se è possibile, di quello della recente assemblea di Tellaro. La scuola è chiusa secondo il sindaco per motivi tecnici e non politici (ma se un'amministrazione ha un problema tecnico non dovrebbe spettare alla politica adoperarsi per risolverlo anche solo sollecitando i propri tecnici?), secondo la Tartarini la scuola è chiusa per evitare un sovraccarico di servizi su una strada che necessita manutenzione (effetto nero di seppia, lo userò!).
Fiore argina la valanga di non sensi di sindaco, giunta e consiglieri sferrando un attacco feroce, e fuori misura, all'opposizione accusata di mancare di progettualità (ma a chi spetta progettare e fare?). In questo modo evita strategicamente che il secondo giro di comunicazioni affronti ancora il tema frana e scuola, perchè l'opposizione è impegnata a rimandare al mittente le accuse (Michele sei bravo, non c'è dubbio!). Molte altre vaghe e farraginose parole sono state spese da assessori e consiglieri per contro-argomentare le questioni sollevate dall'opposizione, al cui banco siede "finalmente" Veruska Fedi - uscita dalla maggioranza dopo la cacciata delle streghe. Un'opposizione che fa discorsi di sinistra, o forse solo di buon senso, parlando del futuro dei borghi, di residenzialità, lavoro, scuola, turismo, cultura, tradizioni aumentando il senso di confusione e di disagio nel pubblico in gran parte fatto di elettori di questa amministrazione. Su sollecitazione dell'opposizione, il Sindaco informa il Consiglio dello sgombero richiesto della Preside che ha detto che le cose sono sue e se le riprende, viene affermato da più parti che la scuola di Tellaro resterà una struttura educativa e che le mamme del momento - che hanno presentato richiesta per l'uso degli spazi della scuola - potranno farlo e che il Sindaco si assume davanti alla Preside la responsabilità dell'uso che potranno farne. Portiamo a casa le briciole, qualcuno direbbe è il minimo alla luce di quanto ci hanno tolto.
Alla fine, la lettura delle dichiarazioni di voto, da parte della neo capogruppo Serantini, fa calare il sipario su una grottesca rappresentazione della politica. Poche righe scritte giorni prima e lette come una poesia, non capita e imparata a memoria, in cui si dichiara il voto contrario a entrambe le mozioni. La votazione è solo un rito che si doveva consumare: mani alzate e occhi bassi.
Quello che è chiaro è che a questa amministrazione manca una volontà politica sulla riapertura della scuola di Tellaro e sulla sopravvivenza delle piccole scuole nei borghi, e che soprattutto manca un progetto su un tema vitale e fondamentale come la scuola. L'amministrazione si arrampica sugli specchi del percorso partecipato delegando a questo la soluzione del proprio vuoto politico e culturale. Forse occorre ricordare a tutti che il percorso partecipato lo hanno chiesto e ottenuto, attraverso le loro lotte, i comitati nati in difesa delle piccole scuole del Comune di Lerici. Un percorso, che è un metodo, attraverso il quale fare accedere e partecipare la cittadinanza a decisioni fondamentali per la vita di un Comune, quale la scuola.
Ma il problema grande, e sul quale occorre essere vigili, è che per questa amministrazione la partecipazione è fino ad oggi solo uno slogan: a distanza di mesi non c'è nessun progetto su cui ragionare, nessuno stanziamento concreto da cui partire, nessuna data di inizio, nessuna ipotesi sulla fine. Ma questo vuoto non è abbastanza!
Dentro questo vuoto di potere, di idee, di decisioni, qualcuno agisce e trama la sua tela. C'è una Preside che non ha mai parlato, al di fuori del suo Consiglio d'Istituto, che chiude una scuola, ne ordina lo sgombero, rivendica come suoi i beni della scuola e chiede al Sindaco di assumersi la responsabilità dell'uso che verrà fatto di quello spazio. C'è una Preside che costruisce e distrugge a suo piacimento nella assoluta tranquillità del suo ufficio. Siamo sicure che tutto questo sia accettabile?
Maria Carla Cettineo
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