L'immagine del radar meteorologico nazionale, aggiornata ogni 10 minuti, mostra la ricostruzione del campo di pioggia (non delle nubi), colorandola a seconda dell'intensità.
Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarieta' sociale e per la limitazione degli sprechi
Legambiente scrive ai sindaci delle città italiane: “La ripartenza ha bisogno di soluzioni green innovative e coraggiose per la mobilità, non restituiteci le vecchie città.”
Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato è lo strumento nazionale per verificare che gli aiuti pubblici siano concessi nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa comunitaria, al fine di verificare il cumulo dei benefici e, nel caso degli aiuti de minimis, il superamento del massimale di aiuto concedibile previsto dall’Unione Europea.
Oltre alle funzioni di controllo, il Registro rafforza e razionalizza le funzioni di pubblicità e trasparenza relativi agli aiuti concessi, in coerenza con le previsioni comunitarie.
The Digital Economy and Society Index (DESI) is a composite index that summarises relevant indicators on Europe’s digital performance and tracks the evolution of EU Member States in digital competitiveness.
Ripristinare il trasporto passeggeri via mare sulla tratta Lerici-La Spezia porterebbe notevoli vantaggi per l'ambiente e la qualità della vita del nostro territorio. Mitigherebbe di molto la pressione del traffico e del disagio causato: rumore, stress per l'ecosistema, degrado - in particolare sulla SP 331, (Gozzano,Scoglietti, San Bartolomeo). Una prima azione per una mobilità multimodale a basso impatto ambientale: treno, bicicletta, traghetto. Salutare, collettiva e, in qualche modo, divertente! Invitiamo i comuni di La Spezia e di Lerici a farsi carico di questa istanza per l'attivazione, anche in via sperimentale, della tratta, collocandosi in un disegno più ampio di integrazione del trasporto marittimo passeggeri nel sistema del trasporto pubblico.
Mediterraneo vuole essere uno strumento di una città civile e libera, che si impegna a fare cultura, a partecipare allo scambio di idee, a cogliere le urgenze dell’attualità, a incontrare e ascoltare i protagonisti della vita culturale italiana, a far crescere un pensiero critico e riflessivo, a formare, d’intesa con scuole e università, le nuove generazioni.
GRIS30 Gestione Rete Impresa
Il progetto si propone di:
fornire alle piccole e micro imprese uno strumento di gestione per le attività commerciali e di relazione, aumentandone la visibilità e la capacità di azione e stimolandone la crescita economica
promuovere l’aggregazione e la collaborazione tra imprese, la condivisione delle conoscenze, la creazione di valore sociale attraverso un modello organizzativo a rete di tipo paritetico.
Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici e sociali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano
History of atmospheric carbon dioxide from 800,000 years ago until January, 2016
I numeri dell’Ecomafia, la tipologia di reati, la concentrazione geografica, il business, l’incidenza dell’abusivismo edilizio, il racket degli animali e il valore in “nero” del traffico internazionale di rifiuti: la criminalità ambientale sintetizzata in dieci immagini.
L'edizione internazionale del sito CNN nella rubrica 'Travel + Leisure' del 7 novembre 2013 classifica Tellaro (SP) come uno dei sette borghi più belli d'Europa. Borghi che hanno affascinato, nei secoli, viaggiatori di tutta Europa.
Unsa strada difficile che serpeggia lungo la scogliera e un porto minuscolo e appartatohanno protetto Tellaro delle ondate del turismo di massa che hanno letteralmente inghiottito borghi e paesini più accessibili come Portofino e Vernazza.
Tellaro, un insieme di case color pastello arroccate su una scogliera a picco sul mare. Punta più orientale del Golfo dei Poeti dove Lord Byron e D.H. Lowrence hanno trovato ispirazione e sentimento.
Lasciate libero il Paesaggio: appunti per una valutazione ambientale strategica
Chi percorre i sentieri del Carpione, non può non restare ammirato di fronte alle imponenti opere di regimentazione idraulica edificate dai nostri predecessori. Lo stesso escursionista, che si trovasse a passeggiare verso la fine dell'inverno, potrà osservare le imponenti fioriture del bianco anemone trifogliato. Questi due segni, in apparenza così diversi, convergono invece ad indicare la natura carsica del nostro territorio. Ai nostri antenati era pertanto ben chiara l’importanza di agire con pazienza e rispetto ogniqualvolta si fosse costretti ad apportare delle modifiche a un ambiente così delicato.
Dalla prima metà del secolo scorso questo stretto rapporto con la natura è andato perso e l’uomo, forte dei nuovi mezzi tecnologici, ha cominciato ad operare in modo sconsiderato.
Fin da allora qualcuno rimase scottato dalla sua imprudenza: per lungo tempo fu proverbiale il fallimento dell’impresa Locori, causato dalle difficoltà incontrate nel demolire il costone roccioso sul quale sarebbe sorto il palazzo della Maternità.
Negli ultimi venti anni, nonostante gli avvertimenti sui mutamenti del clima e, in particolare, del regime delle piogge, l’imprudenza umana è divenuta addirittura devastante. Una piccola lezione di etimologia della toponomastica locale sarebbe forse bastata ad evitare errori imperdonabili. Gli Orti de Padua ( di facile traduzione ) sono divenuti Via Gerini che si trasforma in un fiume in piena ad ogni terminale più intenso. In Botri ( = inghiottitoi di origine carsica ), ora Lido di Lerici, le megatonnellate di cemento armato, scaricate per costruire la passeggiata pensile, ostacolano il deflusso naturale delle acque che si sfogano contribuendo a demolire la parete sovrastante. In Travalà ( = tra le valli, con annessi rivi ), fuori della Galleria Primacina, una strada di cantiere, ora parzialmente chiusa, senza adeguate protezioni, causava scarichi di materiale sulla sottostante carreggiata. Adesso si sta per giungere al culmine, con la costruzione di un parcheggio alla Serra, in località la Lama ( = la frana). Neppure Totò, in un film degli anni cinquanta, avrebbe provato a vendere un garage in località La Frana.
Dopo questi esempi, ci si può solo augurare che il nuovo PUC dia un segnale di cambiamento di questa rovinosa mentalità. Che siano censiti i siti ad alta fragilità e che la valutazione del rischio idrogeologico sia inserita nel regolamento edilizio comunale. Che sia attuata una politica di previsione che tenga conto della naturale evoluzione del territorio e una politica di prevenzione che definisca limiti adeguati del livello di rischio e predisponga misure di salvaguardia nelle situazioni di rischio più elevate. (Legambiente circolo di Lerici)
Verso la creazione di un piano di regimentazione e convogliamento delle acque meteoriche
Le piogge autunnali, le cui intensità e concentrazione stanno subendo un incremento significativo, provocano negli ultimi anni allagamenti ripetuti nelle zone più basse del paese. Alcune delle cause del fenomeno sono state più volte mostrate dalle associazioni ambientaliste, anche se una piccola ripetizione può sempre giovare per ricordare gli effetti dell’impermeabilizzazione dei suoli, della commistione fra fogne bianche e fogne nere, degli ostacoli al deflusso delle acque, persino della scarsa attenzione alla toponomastica. Un problema ulteriore, purtroppo assai poco considerato, è la mancata realizzazione di opere idrauliche connesse all’asfaltatura della strada per la Rocchetta. La contropendenza della carreggiata e l’occlusione delle canalette laterali di scolo (solo in minima parte liberate dall’intervento di un gruppo di generosi volontari) trasformano la strada, in caso di piogge copiose, in un affluente del Carbognano, sottraendo le acque al loro naturale impluvio sul Redarca. Si annulla così la favorevole situazione orografica che vedrebbe la parte vecchia di Lerici ricevere le acque da un bacino di meno di 1 kmq di superficie con un’altitudine massima di poco più di 200 metri. Per un confronto, il bacino idrografico di Vernazza è di 4 kmq con un’altitudine massima di 800 metri. La mancanza di opere idrauliche sulla strada provoca perciò un raddoppio del carico pluviale sul bacino del Carbognano. Siamo perfettamente coscienti delle difficoltà economiche che attanagliano l’Italia e, in particolare, gli enti locali, tuttavia ricordiamo ancora una volta che i soldi spesi per la prevenzione si risparmiano con gli interessi nel momento del danno conclamato. (Legambiente circolo di Lerici)
Titolo II del Nuovo codice della strada - DELLA COSTRUZIONE E TUTELA DELLE STRADE - in particolare gli articoli:
Art. 31 Manutenzione delle ripe, Art. 32 Condotta delle acque, Art. 33 Canali artificiali e manufatti sui medesimi
(se si ha voglia) Si veda anche il Codice Civile sezione IX - Delle Acque In particolare gli articoli 913, 915, 916, 917, 1090, 1091 relativi allo scolo delle acque, alla riparazione delle sponde ed argini, alla rimozione degli ingombri, alla manutenzione dei canali
Valle di Stefano, ( Valestrieri - Vastei) un manso lungo una delle principali vie tra Serra e Ameglia.
Nel Codice Pelavicino, Valle Stephani, nel distretto di Barbazzano, è citata nei documenti n. 17, n. 375, n. 374, n. 381 e n. 27, con i redditi e gli obblighi dovuti al vescovo e con i nomi di coloro che vi hanno vissuto. Nel luogo viene citato un manso e compaiono poderi e case. Il luogo è sempre associato a territori noti appartenenti al distretto.
Valle Stephani nel Codice , Vallestrieri oggi; Vastei nel dialetto locale. Tutto lo farebbe pensare. Come San Giovanni diventa nella vulgata, Sanšane, San Terenzo Santuenšo e così San Lorenzo Sanluenšo e San Lazzaro, località tra Serra e Fiascherino diventa Sanlasio, così Santo Stefano nel linguaggio dialettale diventa San Steve o Steven,e Stevi o Stei, nel caso se ne ipotizzasse il plurale. Il gioco è fatto. Ciò che in origine era un genitivo latino, Stephani, diventa un plurale e come tale viene tradotto nel nostro gergo sempre in caccia di elisioni, Va’stei. Non è infatti da sottovalutare che questo sia l’unico toponimo nei territori che stiamo considerando, con il prefisso Valle, che abbia avuto nel tempo un notevole sviluppo agricolo, che sia una zona pianeggiante, ricca d’acqua e ancora oggi abitata, possiamo dire con continuità. Ma soprattutto e non è un dato da poco, si trova lungo una delle due arterie principali che da Barbazzano e da Lerici conducono a Ameglia. Un lericino ancora giovanile e di buona memoria, mi parlava con passione della sua infanzia al Debbio, durante gli anni della guerra, nelle terre gestite dal nonno. Terre ricche di acqua fornita da una sorgente in Vastei, che alimenta un enorme deposito costruito in epoca imprecisata nel sottosuolo e che ritrova la luce nella sottostante sorgente di Redarca.* La presenza del toponimo Debbio, rimane di indubbia rilevanza storica, perché notoriamente richiama un insediamento abitativo e lavorativo medioevale. Il luogo, nella sua integrità territoriale, sovrasta e è ben visibile da Barbazzano, Portesone, Serra , Tellaro e buona parte del golfo. Questo lericino ricorda, come ben ricordo io, una torre quadrata esistente sino alla metà degli anni sessanta in località Colombiera, sottostante il Debbio e nel medesimo contesto di Vallestrieri. Dalla torre, che sovrastava la sorgente di Redarca, e ne controllava una via d’accesso, si aveva un’ampia visione del golfo e del litorale. La torre,che io ricordo quando avevo circa dieci anni, aveva un’altezza variabile fra i tre e i quattro metri, molto simile a quella di Barbazzano. Lui, afferma che raddoppiasse in altezza soltanto una ventina di anni prima, diroccando poi per l’incuria e per le avversità atmosferiche,finché venne completamente abbattuta e le pietre andarono depredate e disperse negli anni Settanta, durante l’allargamento delle strada che dall’attuale carrozzabile del monte Rocchetta riconduce alla vecchia via storica che attraversa Serra e Vallestrieri valicando verso Ameglia.
Il documento n.374 del “Pelavicino” è un atto importante ai fini della nostra storia sui territori ritrovati del distretto di Barbazzano. Si assiste, in diretta, alla permuta di territori tra il vescovo Gualtiero e i fratelli Uberto e Guglielmo. In cambio di una bradia nelle terre di Carrara, territorio campestre e lavorativo assimilabile al cafadium, i fratelli, cedono il loro feudo con uomini, decime, redditi e ogni diritto nelle terre del distretto di Ameglia e di Barbazzano. Siamo nell’anno 1197, terzo giorno delle idi di marzo. Testimoniano sulla veridicità dei possessi e dei redditi, alcuni abitanti dei luoghi di La Cala, La Crosa (non ancora identificata) e Mezzana. Parte dei territori resi al Vescovo, si trovano nella regione compresa tra la fonte di Capodacqua sino al Monte del Sughero (tra la cima del Rocchetta e Camberano; la sella del Rocchetta) e dalla Valle di Stefano, (l’attuale Vallestrieri) di qua fino al mare.
I fratelli Uberto e Guglielmo altri non sono che Alberto e Guglielmo Spinelli, probabilmente avvocati della Curia Lunense che godevano di non pochi privilegi e benefici. Compaiono citati nel Codice Pelavicino ai documenti n. 9, n. 373 e n. 375. I due fratelli gestivano un vasto feudo interno alla corte di Ameglia e la loro carica era tra le più prestigiose nell’amministrazione del Vescovo-Conte. In caso di guerra, portavano il gonfalone della loro chiesa e servivano il vescovo tenendo le redini del suo cavallo durante le cerimonie importanti a cui esso partecipava. Non avevano oneri pubblici e come compenso nei loro interventi a favore della chiesa e della persona del vescovo, ricevevano la terza parte dei bandi e delle pene pecuniarie e gli alimenti per il loro mantenimento; inoltre, dovevano ricevere gli speroni del vescovo al momento dell’investitura dello stesso, giurandogli fedeltà e vassallaggio (C.P. n. 9 ). Nell’atto sopra citato è l’elenco di quanto possedevano in feudo nel distretto di Ameglia e di Barbazzano, entro gli attuali confini del comune di Lerici. Altri possedimenti si trovano nel comune di Ameglia e vengono indicati come manso del Cerreto, bradia di Arenale, manso di Sorbolo, terre di Cortiola e la terra dei figli di Gotolo. Tutte terre sulle quali il Vescovo-Conte esercita direttamente il proprio potere.
*Il deposito venne fatto costruire nei prini anni del ‘900 dal nonno con operai della Serra
Quanto sopra è sunto degli articoli pubblicati su LERICI IN n.9 n.10 aosto -settembre 2010
Valestrieri fu oggetto di esproprio per la costruzione di un forte. Di fatto
il forte fu costruito tra il 1887 e il 1879 sul Rocchetta e fa parte del complesso difensivo già voluto da Napoleone a difesa dell’Arsenale Militare della Spezia e ancora oggi mantiene il suo perimetro originale.
Gino Cabano
Dov'è ora Vallestrieri?
Italia Turismo società immobiliare a capitale interamente pubblico specializzata nello sviluppo e nella riqualificazione di strutture ricettive, con particolare attenzione alle regioni del Sud. Controllata dal Gruppo Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. e partecipata da Fintecna Immobiliare S.r.l., è impegnata ad attuare il programma dei Poli Turistici Integrati, un progetto turistico di grande respiro architettonico e standing internazionale, che prevede un investimento complessivo di 200 milioni di euro.
L'associazione culturale Pecora Nera di San Terenzo organizza un incontro dibattito sul Pitelli, le navi dei veleni e i traffici di rifiuti tossici e nocivi con il giornalista Luciano Scalettari. Intervengono Marco Grondacci, giurista ambientale e Marco Lamma avvocato. Presente al dibattito Michele Fiore capogruppo PD e consigliere del Comune di Lerici.
Pensiamo che la vocazione del nostro territorio sia differente e che le nostre risorse ambientali e paesaggistiche debbano essere tutelate e rispettate e non svendute per quattro danari. Crediamo e proponiamo un turismo che non alteri l’ambiente e il delicato ecosistema in cui viviamo. Un turismo durevole che metta in armonia la crescita economica, la tutela del territorio e l’identità del luogo, che si adatti alle risorse locali e che sia aperto al territorio circostante. Un turismo che non ostacoli lo sviluppo di altre attività economiche e sociali e che distribuisca equamente i benefici economici prodotti, dimensionato nel tempo e non legato a stagionalità.
Funzione calendariale e aspetti di geometria sacra nel cavaneo dello Spirito Santo a Lerici
Sergio Berti
Associazione Ligure Sviluppo Studi Archeoastronomici, Associazione Architettura e Geobiologia-Studi Integrati, S.I.A.
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Enrico Calzolari
Associazione Ligure Sviluppo Studi Archeoastronomici,S.I.A.
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Il Caprione è il promontorio più orientale della Liguria, già indicato nella Tabula VI della “Cosmographia” di Tolomeo. Fino alla Seconda Guerra Mondiale si contavano oltre duecentocinquanta di queste costruzioni a volta dette “cavanei”, concentrate nel lato occidentale del promontorio, rivolto al tramonto del Sole, che muovendosi sulla linea del crinale consente di conoscere i solstizi e gli equinozi. Nel 1985 lo studioso Gino Cabano (si noti l’esistenza nel territorio di un simile cognome di origine celtica) ha prodotto il quaderno del territorio a titolo “I cavanei del Monte Caprione” in cui illustrava queste valenze del Caprione, non protette da alcun vincolo e quindi destinate a scomparire a fronte all’avanzare dell’immobiliarismo, per tentare di fermarne lo scempio. Continuando gli studi per cercare di sensibilizzare le popolazioni e le autorità a salvaguardare questa ricchezza antropologica ed archeologica è stata presentata una comunicazione a titolo “Penetrazione della luce del Sole al tramonto del solstizio d’inverno e al tramonto equinoziale in una struttura a tholos del promontorio del Caprione (Lerici, la Spezia) al VII Convegno S.I.A. (Roma, Museo Nazionale Romano, settembre 2007). Più recentemente, in una zona ripulita dai rovi, sotto l’abitato della Serra di Lerici, è stato scoperto un cavaneo situato presso una stele votiva, detta dello Spirito Santo, a motivo di una grazia ricevuta. Questo cavaneo presenta elementi costruttivi legati alla geometria sacra e alla conoscenza della terna pitagorica, nonché alla Matrice di Progetto Rettangolare (MDPR).
Per la tutela del territorio e la salvaguardia dei beni comuni
Osservatorio Ecospirituale, Lega Ambiente, Italia Nostra e WWF
COMUNICATO STAMPA
Ancora una volta purtroppo, assistiamo a una "invasione di campo" del cemento: nell'area già gravemente compromessa della Vallata Venere Azzurra di Lerici è in predicato la costruzione di un articolato edificio per un totale di 14 appartamenti.
L'area di cui si tratta è rimasta testimone di quel poco di verde prospiciente il mare che si èsalvato nella zona dopo l'infelice e devastante esperienza della Residenza Turistico-Alberghiera (RTA) e del fantomatico Albergo 5 stelle.
Con la speranza di poter contribuire al ripensamento di tale progetto, le Associazioni: OSSERVATORIO ECOSPIRITUALE, ITALIA NOSTRA, LEGA AMBIENTE di Lerici e WWF di La Spezia, promuovono una manifestazione per la salvaguardia dell'area e invitano la popolazione a partecipare al SIT-IN di protesta che si terrà domenica 21 Ottobre 2012 alle ore 11.00 alla Vallata - Parcheggio Circolo Tennis - Lerici.