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(Segue dalla prima pagina)
funebri e le nuvole grigie
delle storiche spazzature si tinsero
di rosa quando una bimba
batté le mani e la sua piccola innocenza
inaugurò l’uso di sostanze
che serrarono le porte dell'inferno
quotidiano e allora "misi il piede
destro sul primo gradino di rubino,
poi quello sinistro
sul gradino di smeraldo,
e poi ancora quello destro
sul gradino di luce assoluta,
là dove la scala si dissolve
nel mistero."
Tanto bello che dire non si può
il volto, il corpo del mio amore;
il pudore mi vieta
di dedicare un verso, una canzone
alla sua cintura, dono di Afrodite.
E poi superflue sono le parole
qui nella stanza recondita del cuore
dove la luna umida
a ogni sorta di eccesso s'intensifica,
mia silenziosa complice.
...
Albeggia e il mio cuore si smarrisce
né si può sradicare
la formazione di una stella nuova
pulsante e irraggiungibile
al centro del silenzio
Forse per il puro fatto di segnare
senza pudore il tuo corpo
per tutta la durata di un verso
interminato interminabilmente
ti vesto di luce di luce di luce.
...
Ogni volta che dal fondo della solitudine
mi acconsento di fantasticare,
i corvi fanno i loro nidi di memorie
su ruderi fluorescenti
Oltre i detriti rocciosi ragazze
sbarrano gli occhi
dimenticando di sbattere le palpebre
appena tatuate
Un marciapiede a perdita d'occhio
s'innesta
in un vecchio film
...dal fondo della solitudine
mi acconsento di fantasticare e
le parole dissolvono in musiche mai udite
nel fluttuare delle forme
bra d'ali nell'aria." (
Piazza Sarzano
), della
"visione di grazia" (
Genova
): "Una donna
bianca appare a una finestra aperta. E' la
notte mediterranea."; è la risposta ai
"bianchi sogni dei mattini" (
Genova
), la
catarsi che si identifica con la luce, la su-
blimazione di un momento esistenziale
oscuro che, dopo aver perso la sua contin-
gente corposità, è stato assunto nell'atem-
poralità del mito e successivamente è stato
immerso nella luce dell'immagine ideale.
L'importanza della luce nel processo creati-
vo campaniano è attestata anche da alcune
dichiarazioni di poetica contenute nel
Tac-
cuinetto faentino
: " E' così anche che nasce
la luce il luminoso fantasma", "Parte prima
del libro i notturni e il libro finisce nel Più
chiaro giorno di Genova e la discussione
sull'arte mediterranea". E ricordiamo che
l'opera di Campana, prima di apparire con
il titolo
Canti Orfici
nell'edizione marrade-
se del 1914 – cioè quella che egli aveva
affidata a Papini e a Soffici per averne un
giudizio e che da questi fu smarrita, ma fu
poi ritrovata fra le carte di Soffici dopo la
morte, nel 1971 – recava come titolo
Il più
lungo giorno
.
Critica letteraria
La “notturna estate” mediterranea nelle
composizioni genovesi di Dino Campana
di
Isabella Tedesco Vergano
"Crepuscolo mediterraneo perpetuato di
voci che nella sera si esaltano, di lampade
che si accendono, chi t'inscenò nel cielo più
vasta più ardente del sole notturna estate
mediterranea? Chi può dirsi felice che non
vide le tue piazze felici, i vichi dove ancora
in alto battaglia glorioso il lungo giorno in
fantasmi d'oro,..."(
Crepuscolo mediterra-
neo”
, da
Canti Orfici
).
Credo che nessuno fra i poeti che hanno
scritto su Genova, tranne Campana, ne ab-
bia colto la luce come luminosità proiettata
sullo scenario del cielo, luce che perdura, si
allarga e si intensifica nella notte fino a
rendere la "notturna estate mediterranea più
vasta più ardente del sole". Campana non è
poeta visivo né visionario, come tanta criti-
ca lo ha definito, perché quello che scrive è
l'espressione di una corrispondenza profon-
da (che egli colse in quella parte del centro
storico di Genova da Piazza Sarzano al
porto) a un'idea di bellezza e ad un deside-
rio di felicità che egli portava in sé e che
scavalca il senso comune delle cose, per
cui la notte diventa "più vasta più ardente
del sole"; sono il rosa e l'oro i colori che
Campana vede e sente sulla scena del cielo
scendendo lungo i vicoli al porto della cit-
tà, ed è quel Mediterraneo caldo e intensa-
mente luminoso che lo proietta verso l'infi-
nito, a cui la presenza delle navi immobili
conferisce un aspetto mitico ("nel paesag-
gio mitico di navi nel seno dell'infinito",
Genova
,
C. O
.).
In questa atmosfera serale la luce riflessa
sul mare richiama alla fantasia del poeta
l'immagine delle farfalle: "Le farfalle innu-
merevoli della luce riempiono il paesaggio
di un'immobilità di gioia inesauribi-
le" (
Piazza Sarzano
,
C. O.
); e questo è un
momento di estasi contemplativa, in cui
tempo e spazio sono sospesi sul piano uma-
no e la gioia può essere percepita come
eterna. Queste estasi contemplative, capaci
di rendere felice un poeta tanto massacrato
dalla vita, sono anche e soprattutto espres-
sione di catarsi esistenziale e artistica, che
acquista un valore di rinnovamento nella
trasfigurazione poetica dell'umano, consi-
derato anche nei suoi impulsi oscuri, che
appaiono qui rarefatti e collocati in un'aura
mitica. La prostituta, già apparsa in diverse
composizioni campaniane, e personaggio
tipico di alcune parti degli angiporti geno-
vesi, nella poesia
Genova
assume la fissità
maestosa di un simulacro ("O Siciliana
proterva opulente matrona", "Classica me-
diterranea femina dei porti"), pur nel suo
aspetto distruttivo ("piovra de le notti me-
diterranee"), mentre nella prosa lirica
Cre-
puscolo mediterraneo
si alleggerisce di
questa staticità conferitale dal mito, si mo-
vimenta in una pluralità di immagini collo-
cate in una gioiosa scenografia barocca ("le
perfide fanciulle brune mediterranee, bru-
nite d'ombra e di luce,...pare fuggano cac-
ciate verso qualche inferno in quell'esplo-
sione di gioia barocca"); nella prosa lirica
Piazza Sarzano
infine, nella luce rosea e
dorata della sera, l'immagine femminile
assume lo stesso colore degli "angioli paf-
futi e bianchi" (
Crepuscolo mediterraneo
),
del “trofeo della V. M. tutto bianco che vi-
Da un’idea di
Anna Ferrari
Direzione artistica:
Angelo Tonelli
Coordinamento:
Anna Ferrari
Redazione:
Solange Passalacqua
Gruppo redazionale:
Fabiana Del Bianco, Jacopo
Giovenale, Daniela Gremmo
Impaginazione:
Rita D’Andrea
Tipografia:
GD Baudone, stampe digitali, Sarzana
Sito Internet:
Ettore Callegari, Jacopo Giovenale
Logo copertina e disegni:
Giuliano Diofili,
pittore
A questo numero hanno collaborato:
Davide Borghini
gestore Cinema Astoria
Fabiana Del Bianco
poeta
Jaya Cozzani
artista figurativa
Alessandro Arturo Cucurnia
musicista
Doris Fresco
Dott.ssa in scienze politiche
Daniela Gremmo
poeta
Tomaso Kemeny
poeta, anglista
Giuseppe Milano
narratore
Francesco Pelillo
umanista scientifico
Isabella Tedesco Vergano
poeta, critico letterario
Foto: Ugo Ugolini
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Per l’inserto di poesia hanno collaborato i poeti:
Fabiana Del Bianco, Daniela Gremmo, Solange
Passalacqua, Andrea Masiello, Silvia Arfaioli, Va-
sco Bardi, Graziella Colotto, Angelo Tonelli, Fran-
cesco Tonelli, Isabella Tedesco Vergano, Sandro
Zignego, Gerard Marie Gabriel Saos, Lucetta Fri-
sa, Francesco Macciò.
Foto: Anna Ferrari
Siti internet
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www.arthenaweb.org
Ufficio Stampa:
sole.passa@gmail.com
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