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Un maestro di un’arte perduta
g
gino cabano
Farina è tra gli ultimi maestri rimasto
fedele all’antica tecnica del bulino,
che come una penna, nelle sue mani
diventa il mezzo per esprimere sen-
timenti, concetti e sensazioni e li tra-
sforma in poesia attraverso il legno
lavorato di testa. Non gli ho mai
chiesto perché avesse scelto proprio
Serra, ma il perché non è difficile da
immaginare. A Serra, Leonardo rag-
giunge l’espressione più alta della
sua produzione artistica. Lo affascina
e lo ispira la tranquillità del luogo, la
semplicità della gente con la quale si
confonde e si integra. E’ un perso-
naggio curioso, partecipe, attento,
paziente, riservato e preciso; ha tutte
quelle doti che la sua arte richiede.
Abita in una piccola casa, fuori mano
e scomoda, in località Catene 25. La
cosa non lo preoccupa,da lì domina
tutto il golfo. Gran camminatore “il
milanese”, che in tanti anni ho incon-
trato nei vicoli, nei viottoli e sulle
strade con il suo basco un poco sol-
levato sulla fronte e una borsa che
portava quasi sempre a tracolla se-
guito dal suo fido barboncino. Non
mancava al bar per una partita o a un
avvenimento di interesse collettivo.
E’ lui che disegna direttamente sul
legno e che incide la tavola con il
piacere di sentirne l’odore, di co-
glierne le essenze, adattandosi alla
materia pur dominandola con rispet-
to. Una perfetta sintonia tra la mente
e il corpo che si traduce nell’opera
finita, in quel particolare linguaggio
con il quale l’artista si esprime.
Nell’omaggio d’artista” del 1976 si
ritrova la sua opera. Nella sua carrie-
ra, da Lerici, omaggia Milano con 13
vedute della vecchia città e dei suoi
navigli; il lavoro è inciso su rotelle di
bosso, la Piccola Passione, i ritratti, i
paesaggi locali, l’anatomia, i soggetti
floreali, opere di artisti famosi, tutto
inciso su legno di testa. Questo era
il
nostro
Leonardo Farina, un uomo
del nostro tempo di un’arte che non
ha tempo. E’ venuto a mancare nel
1984 a Milano, lasciando un patri-
monio culturale pari ai grandi maestri
ai quali apparteneva.
Economia solidale e valorizzazione
del territorio
fabrizio dei
I G.A.S (Gruppi di Acquisto Solidale) sono
gruppi di persone che fanno insieme i propri
acquisti presso aziende che producono rispet-
tando le persone e l'ambiente. I prodotti orto-
frutticoli vengono comperati direttamente
presso le aziende locali che lavorano con si-
stemi biologici certificati. Si evitano i prodot-
ti fuori stagione e che vengono la lontano.
Questo contribuisce alla diffusione della cul-
tura "bio" nel compratore e nel produttore, a
vantaggio anche dei rivenditori al dettaglio di
prodotti biologici. I G.A.S stabiliscono rela-
zioni e aiutano produttori e consumatori a
conoscersi. Stabilire contatti diretti ha un va-
lore di per sé, é fonte di conoscenza e svilup-
pa il senso della socialità e dell'appartenenza
a un determinato contesto sociale e culturale.
Dall'economia di mercato fondata sull'ano-
nimato del compratore e del venditore si pas-
sa all'economia della condivisione fondata
sull'acquisto consapevole e solidale. I G.A.S
sono il nucleo all'interno del quale avviene
questo importante salto culturale in direzione
della responsabilità. I G.A.S sono oggi nume-
rosi in tutta Italia e agiscono nel settore ali-
mentare, finanziario, telefonia, abbigliamen-
to, prodotti informatici, mobili ecc. Vi sono
inoltre casi in cui G.A.S di grandi dimensioni
garantiscono acquisti per somme importanti
versate in anticipo ai produttori in difficoltà.
Quando si parla di "Terzo Settore" (il primo
settore è quello pubblico; il secondo è quello
privato; il terzo comprende l'associazionismo,
il volontariato, la cooperazione e l'impresa
sociale) si fa riferimento a quel mare magno
di iniziative solidali di cui i G.A.S fanno par-
te, che a prima fvista possono disorientare.
Sono però il segno di una società civile ricca
di idee e di capacità di fare. Un grande diri-
gente della CGIL, Vittorio Foa, autore di libri
che i giovani dovrebbero leggere attentamen-
te, scrisse che lo scopo della politica non de-
ve essere quello di governare sulla gente, ma
di aiutare la gente a governarsi da sé. Le ini-
ziative del Terzo Settore sono l'espressione
concreta della cultura mutualista e del "go-
vernarsi da sé". Esse sono insieme il frutto
della libera scelta di adottare stili di vita sobri
e "responsabili" e il risultato della necessità
concreta: la diffusione della precarietà nei
rapporti di lavoro e la diminuzione del reddi-
to spingono in direzione della solidarietà e
del risparmio. Ambedue le motivazioni vanno
però nella direzione giusta. Il G.A.S. "Lerici
Piazza" riprende le attività dopo la pausa e-
stiva in due direzioni: i "micro-eventi" e gli
acquisti. Gli incontri che stiamo mettendo in
cantiere riguardano diversi aspetti del Terzo
Settore e sono i seguenti: 1) Presentazione
della finanza etica. 2) Presentazione di "Re-
tenergie", un'azienda che diffonde nella rete
nazionale energia elettrica proveniente da
fonti rinnovabili non inquinanti. 3) Incontro
sulle potenzialità del Terzo Settore con Ago-
stino Tonarelli, un nostro concittadino che
vive a Cremona, dirigente dell'AUSER e por-
tavoce del Terzo Settore. 4) Corso per princi-
pianti di "Linux-Ubuntu", il sistema operati-
vo per computer gratuito, nato dalla cultura
della condivisione del sapere. Nei prossimi
numeri del giornalino vi daremo informazioni
più dettagliate.
I segni del territorio
marco greco (seconda parte)
“
BECCATELLI
”. Mensola sporgente in
mattoni o pietra che sostiene piccole strutture
ad archi (vedi sopra) o il parapetto sul quale
poggia, nei castelli e nelle rocche, la merlatu-
ra aggettante.
“
BUCHE PONTAIE
”: Fori presenti nelle
murature medievali utilizzate come alloggio
per i pali dei ponteggi. Si noti la loro distri-
buzione regolare. Alla fine di una giornata
lavorativa, le maestranze che mettevano in
posa il muro, preparavano il ponteggio per la
giornata successiva, fissando i pali nella mu-
ratura. Infatti, nei casi in cui queste buche
non sono state coperte da interventi successi-
vi si può notare chiaramente la loro distribu-
zione a fasce orizzontali dette anche ‘giornate
di lavoro’.
“
FERITOIE
”. Aperture dalle quali vengono
bersagliati gli assedianti. Ne esistono di varie
tipologie a seconda dei periodi e delle armi
utilizzate; sono dette ‘arciere’, se verticali,
‘balestriere’, se sono orizzontali o verticali
con svasatura sul lato interno più ampia, per
contenere appunto la balestra, archibugiere se
tonde.
“
POSTIERLA
”. Dal latino tardo “posterula”
‘porticina di dietro’, indica l’apertura, di soli-
to soltanto pedonale, aperta nelle mura, spes-
so di lato alla porta maggiore e con propria
chiusura a levatoia.
“
SCARPA
”. E’ un muro inclinato posto alla
base della muratura verticale esterna per rin-
forzarla, per allontanare le torri mobili utiliz-
zate per gli assedi, diminuire la pericolosità e
il potere distruttivo delle armi da fuoco e del-
le mine sotterranee.
“
MONOFORA
”: Da ‘mono’ e dal latino ‘fo-
ris’ (battente – apertura). Finestra utilizzata
sin dall’antichità in edifici religiosi, militari
ed anche in quelli civili.
Per i curiosi che vogliano vedere tutti questi
elementi basta andare in piazza S. Giorgio a
Lerici, alzare il naso all’insù e distinguere
ogni singolo elemento tra le mura del castello
‘ monumentale’.
Club della musica “VIVERE IL BELLO”
Il prossimo 20 ottobre, per il sesto anno con-
secutivo,
riprende
l’attività
culturale
dell’AUSER_ARCA di Lerci denominata
“Vivere il bello”
. Come i nostri soci e sim-
patizzanti sanno. Consiste nella rappresenta-
zione in DVD di una nutrita serie di Opere,
Operette, Balletti, Concerti e Musical, col
rinnovato impegno di far vivere loro momenti
di felicità, che solo la musica, in quanto for-
ma d’arte tra le più nobili, riesce a dare. Una
ricorrenza eccezionale è alla base dei titoli in
programma: il bicentenario della nascita di
due grandi compositori, VERDI e WAGNER
nel 2013; e di ciò non potevamo tenerne con-
to, visto che occupano un posto di assoluto ri-
lievo nel panorama della musica lirica. A
questi due autori, per un doveroso omaggio,
abbiamo dedicato gran parte dello spazio di-
sponibile. Il resto del programma vede impe-
gnati altrettanto grandi compositori, Rossini,
Mozart, Donizzetti, Puccini, Strauss, Bizet,
Beethoven, Massenet, Giordano e Gershwin.
Le rappresentazioni si terranno ogni sabato,
alle ore 16,00 presso la sede di via Gerini ,40
di Lerici. Ingresso libero.