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I Giovani e l’Arte
Jaya Cozzani
di
Anna Ferrari
A partire da questo numero si darà spazio
alla pubblicazione di stralci da tesi di lau-
rea dedicati a poesia, arte, filosofia, am-
biente e altro.
Chi è Jaya Cozzani?
Nasce a Mumbai nel 1982, studia Grafica
d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di
Brera (Milano) e Arti Multimediali presso
l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Par-
tecipa a diverse mostre collettive tra cui:
Assab One Cantiere
:
all’inizio non era
un’isola
, spazio Assab One Milano (2011);
Universo Dentro
, Chiesa di San Carpoforo
Milano (2009);
4 dimensioni
(installazione
permanente), Castello di Lerici, La Spezia
(2008);
8mm
, CAMeC Centro Arte Moder-
na e Contemporanea di La Spezia (2008);
Emergenze 5
, Sarzana/ La Spezia/ Varese
Ligure (2007). Nel 2006 ha realizzato un
progetto per Fabrica, Villorba (TV). Dal
2010 è assistente dell’artista Remo Salva-
dori. Nel 2011 si laurea all’Accademia di
Belle Arti di Brera (Milano) con una tesi
sulla Neuroestetica.
Attualmente vive tra Milano e Lerici (Sp),
dove ha appena inaugurato in piazza Gari-
baldi
Run/spazio per artisti di passaggio
(dal 30/07 al 26/08)
Perché hai scelto per la tua tesi
l’argomento della Neuroestetica?
Rispondo alla domanda riportando brani
dalla mia tesi.
Ciò che vorrei provare a narrarvi è una
teoria, che non coinvolge solamente me,
ma voi, noi e gli altri. Tenterò di dimostra-
re la possibilità che vi sia una connessione
che intercorre, simultaneamente, (forse è
meglio dire sinesteticamente) fra Mente,
Cervello e Arte. La mente umana all'inter-
no della ricerca artistica, dalla
“rivoluzione freudiana”, ha acquisito
un'importanza tale che oggi ogni opera che
viviamo, vediamo, assaporiamo con il sa-
pere ci conduce verso il nostro inconscio.
Con “inconscio” intendo tutto ciò che non
è conscio e quindi ogni aspetto della vita
interiore che è interpretabile ma in quasi
tutti i casi non consapevole. Gli studi in
questo campo sono aumentati e si sono
creati differenti ambiti di ricerca per map-
pare dettagliatamente le aree del nostro
cervello in cui s’insediano, secondo alcuni,
le possibili ragioni della creatività artisti-
ca. Cercare di capire noi stessi è capire gli
altri perché ciò che comprendiamo è ciò
che l’altro comprende di noi stessi e per-
ché è questo l’unico modo per comunicare.
Quello della Neuroestetica è sicuramente
un argomento originale che interessa
forse più la scienza che l’estetica: è così?
E quando è scattato il desiderio di ap-
profondire questa tematica?
L’interesse per questo tipo di ricerca mi
venne dopo una conferenza del 2010, in cui
Vittorio Gallese parlò dei
neuroni a spec-
chio
come possibilità per la fruizione di
un’opera d’arte attraverso il coinvolgimen-
to emotivo che deriva dal fattore empatico.
Ho descritto i vari sviluppi neurologici,
basandomi sulle prime ricerche fatte dallo
studioso e filosofo Francis Galton (cugino
di Charles Darwin) che ha posto le basi
per le ricerche sulla sinestesia, un proces-
so mentale che ha caratteristiche
“paranormali”; diciamo che ha predispo-
sto l’inizio delle varie ricerche sulle funzio-
ni del nostro cervello. Proseguendo nel
discorso, ho approfondito l’ipotesi grazie
alle varie ricerche di Semir Zeki, il padre
fondatore della nomenclatura “neuro este-
tica”, il quale ha dimostrato che lo studio
sulle percezioni che venivano indagate dal-
la psicologia, negli ultimi tempi investe
neuroscienze che si basano sull’utilizzo di
tecniche raffinate di
neuroimaging
, come
la risonanza magnetica funzionale (
fMRI
)
e la tomografia a emissione di positroni
(
PET
).
Con questi studi che utilizzano le più
recenti tecnologie che cosa hanno sco-
perto gli studiosi ?
Facendo una mappatura delle nostre fun-
zioni motorie hanno introdotto la modalità
di scansione e rilevamento dei neuroni;
così ho dedicato un capitolo che introduce
(in modo parziale) le modalità di scansione
e rilevamento dei neuroni, e grazie a que-
sto ho cercato di dimostrare che l'attivazio-
ne di un tipo di reazione motoria avviene
nello stesso modo anche se non ci muovia-
mo, ma osserviamo l'altro che compie
quella azione. Nei capitoli a seguire ho
posto in esame alcune conferenze di Vila-
yanur Ramachandran, Vittorio Gallese e
Kevin O’Regan che affrontano, sia da un
punto di vista neurologico che da quello
della psicologia della percezione, la tema-
tica dell’arte come processo avente precise
corrispondenze all’interno del nostro cer-
vello. Neuroni come produttori di risonan-
ze estetiche. Questo mi porterà, o ci porte-
rà, alla realizzazione e formulazione di
un’ipotesi dell’arte come produzione in-
consapevole di meccanismi reconditi da
parte del nostro cervello.
Quale l’obiettivo di questa tua tesi?
Tutto ciò è molto difficile da esaurire in
poche pagine e in poco tempo (queste ri-
cerche a tutt’oggi sono
work in progress
),
ma ho cercato di iniziare un discorso che
porti ad una riflessione sul rapporto che
esiste tra corpo e mente. Ovviamente non
voglio dire che la produzione di un’opera
d’arte (differente è la questione per quanto
riguarda la fruizione associata ad un pub-
blico di massa) possa essere qualcosa di
sistematico e prevedibile: diciamo che il
mio intento sta nell’aprire questo dubbio,
questa possibilità, che potrebbe essere una
delle tante, all’interno di questo contesto
che è la ricerca per capire le basi della
società umana. Anche Vittorio Gallese pro-
pone questo tipo di lettura che non è asso-
lutista come potrebbe esserlo quello di Ra-
mashandra che definisce dieci leggi sulla
produzione di un’opera d’arte, teoria su
cui non sono concorde perché essendo io
stessa un'artista mi rendo conto che la mia
produzione non avviene in modalità se-
quenziale ma consequenziale, all'interno
della quale agisce il fattore ambiguità.
Spero che questa tesi mi porti o ci porti
alla comprensione che l'altro è il fattore
determinate per la costruzione della nostra
cultura, della nostra identità personale e
della nostra responsabilità nella compren-
sione della vita sociale.
Jaya Cozzani,
Quarta dimensione,
170x55x10,
ferro e vernice, Castello di Lerici (Sp) 2008
© All rights reserved Jaya Cozzani
********
(Segue dalla prima pagina)
fare eventi di rilievo senza trasformare la
cultura in
business
; forse siamo gli unici, o
quasi, a lavorare
gratis
, e spesso rimetten-
doci di tasca nostra, ma ne andiamo fieri,
con i tempi che corrono). Ma
Libere luci
non è solo poesia: la rubrica dedicata a
I
giovani e l’arte
in questo numero si con-
centra su Jaya Cozzani, artista figurativa
lericina che Anna Ferrari intervista sulla
sua concezione della neuroestetica, con
particolare attenzione ai
neuroni a specchio
e all’
empatia
, che è stata oggetto della sua
tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di
Brera; Daniela Gremmo inaugura una sorta
di taccuino critico,
Arte in luce,
dedicato
all’arte figurativa contemporanea, concen-
trandosi su due mostre del CAMec; France-
sco Pelillo, umanista scientifico, ci avvici-
na a una delle scoperte più significative
della fisica contemporanea delle micropar-
ticelle, il fenomeno dell’
entanglement
, che
mette in discussione la concezione consue-
tudinaria della materia e abbatte il muro tra
cultura umanistica e scientifica; Alessandro
Arturo Cucurnia, musicista, compositore e
cantante, fulcro del gruppo
Antiqua Lunae,
presenta sue considerazioni sul rapporto tra
musica e sapienza e invita a ripensare
l’ascolto musicale come atto sacro e stru-
mento di elevazione spirituale, in contrasto
con la tendenza alla banalizzazione della
musica oggi in atto a causa della logica
commerciale imperante; Davide Borghini
ci accosta alla poetica cinematografica di
Ermanno Olmi, esempio di cineasta impe-
gnato nella ricerca della interiorità e fidu-
cioso nel potere di rigenerazione delle co-
scienza a opera dell’arte, al di là di ogni
canone di appartenenza a ideologie religio-
se; Giuseppe Milano ci offre un racconto
breve di fine scrittura; e per finire Doris
Fresco ci fa rivivere la prima della
Medea
di Euripide all’Astoria di Lerici, messa in
scena con la regia di chi scrive e i
dróntes
della
Compagnia Teatro Iniziatico
dell’Arthena: un successo che si è replicato
nelle trasferte nel Ponente ligure e a Cam-
pocecina e che vedrà repliche il 31 agosto a
Lerici e il 29 settembre nella splendida corni-
ce dell’Anfiteatro di Luni.
Buona lettura.
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